Cammarano sulla discarica di Giffoni Valle Piana: “decisione balorda”
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GIFFONI VALLE PIANA. «Una decisione balorda, oltre che impopolare, quella adottata per la discarica di Giffoni Valle Piana. Negli ultimi giorni il presidente della Provincia di Salerno Giuseppe Canfora, ha rilanciato il progetto di una discarica in località Sardone, sebbene con il piano rifiuti 2015 la Regione ha accantonato il progetto».
È quanto denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Michele Cammarano, che sulla questione questa mattina ha depositato un’interrogazione a risposta scritta.
«Pretendiamo chiarimenti su una vicenda che da quasi 10 anni viene strumentalizzata sulla pelle dei cittadini. Che senso ha, in una fase in cui i termovalorizzatori sono fuori dal volere delle comunità locali, oltre che dalla programmazione regionale sui rifiuti, riattivare le procedure a riguardo?
Ci risulta, infatti, che allo stato siano ancora in corso le procedure amministrative, confermate da atti a firma del presidente Canfora, per la realizzazione dell’impianto previsto nel 2008 nell’area di Giffoni Valle Piana. Una procedura in fase avanzata, sebbene la nuova legge regionale sul riordino del ciclo dei rifiuti rimetta alla sola Regione ogni competenza in materia di nuovi impianti.
Non comprendiamo come, in completa autonomia, la Provincia possa dichiarare ancora utile, dopo 9 anni, un’opera ad oggi non prevista da alcun piano regionale. Per non parlare dell’eventuale spreco di denaro pubblico provocato dai milioni di euro stanziati per gli espropri delle aree in questione».
Cammarano conclude: «ci chiediamo infine perché Canfora, piuttosto che confermare come da piano regionale l’inutilità del termovalorizzatore, rimetta al consiglio provinciale la decisione su una scelta illegittima nella forma e nella sostanza.
Scelta ancora più discutibile se si pensa che da recenti dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa, il presidente della provincia di Salerno a proposito del comune di Sarno, di cui è sindaco, abbia pronunciato un secco no persino all’apertura di un impianto di compostaggio».