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Eboli, Comitato per la salute pubblica sul Piano ospedaliero: “20 dicembre la verità”

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Tempo di Lettura: 2 minuti

EBOLI. Riportiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato per la Salute pubblica dei cittadini della Valle del Sele e del Calore e del sindacato Fisi in merito al Piano Ospedaliero Regionale.

 


 

Il Comitato per la salute pubblica e le associazioni locali ebolitane facenti parte dello stesso per il mezzo della Presidente Rosa Adelizzi, la FISI, per il mezzo del legale responsabile Scotillo Rolando, Pagano Cosimo, Mirra Vito e Rufo Carmine, in rappresentanza dell’utenza e dei dipendenti degli Ospedali di Eboli, Battipaglia, Roccadaspide ed Oliveto Citra, rendono noto che il giorno 20 dicembre 2017 si discuterà al TAR della Regione Campania il ricorso contro il Piano Ospedaliero Campano (Decreto 33/2016) per ciò che attiene all’area della Valle del Sele e del Calore (Ospedali di Roccadaspide, Eboli, Battipaglia ed Oliveto Citra).

«Dopo sei ricorsi, rincorrendo tutti gli atti esecutivi messi in onda dalla regione attraverso i decreti attuativi, è arrivato il momento di discutere nel merito» dichiara Rosa Adelizzi Presidente del Comitato per la salute pubblica della Valle del Sele e del Calore.

Sulla questione interviene anche il presidente della FISI Rolando Scotillo: «sono state presentate tre memorie da parte dei nostri legali che dimostrano che l’area della Valle del Sele e del Calore è stata mortificata da un piano ospedaliero regionale che su 300.000 abitanti tagli i posti letto ed abbassa i livelli di complessità ospedaliera oltre i limiti imposti dalla legge sui L.E.A. e dal decreto ministeriale 70/2015.

Confidiamo nella sensibilità dei Giudici, anche se la materia è complessa, per ristabilire una equità nell’accesso ai servizi sanitari al momento negata alla nostra area. Se non dovesse bastare, ricorreremo al Consiglio di Stato e poi alla Corte europea, siamo determinati e non faremo passare sotto traccia una grave ingiustizia che premia territori politicamente vicini al Presidente della Regione e penalizza altri cittadini: la sanità non ha colori politici!».

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