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Rifiuti abbandonati o smaltiti illecitamente: l’operazione nella Piana del Sele

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Tempo di Lettura: 2 minuti

ALBURNI/PIANA DEL SELE. Sequestro preventivo d’iniziativa di due aziende dedite all’allevamento bufalino ed ovino, per un totale di 180.000 metri quadrati, affidando le aree alla gestione di un amministratore giudiziario nonché di un’area di terreno di circa 6000 metri quadrati afferenti ad una terza azienda.

In particolare, in capo alle due aziende sottoposte a sequestro sono state accertate numerose violazioni alla normativa ambientale nel senso che i rifiuti venivano illecitamente abbandonati e smaltiti o, comunque, immessi direttamente nei canali e nei torrenti che sfociano nei fiumi Sele e Calore, ed ancora, una di dette aziende, aveva dislocato il proprio allevamento in vari paddock, e tutti i reflui zootecnici tracimavano e confluivano direttamente nel torrente Cosa, affluente del fiume Calore, dove peraltro recapitava anche il percolato presente.

Con riferimento alla terza azienda, è stato accertato oltre il deposito incontrollato di rifiuti, anche l’illecito sbancamento e spianamento di un terreno di circa 6000 metri quadrati, area sottoposta a sequestro, lungo l’argine del torrente Cosa, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale con conseguente distruzione della vegetazione arbustiva lungo l’alveo del predetto corso d’acqua, modificando anche in parte il suo normale corso.

Nel corso delle indagini la Capitaneria di Porto — Guardia Costiera di Salerno si è avvalsa anche dell’ausilio di un mezzo aereo (dotato di sofisticate apparecchiature di rilevamento, fra cui anche videocamere termiche multispettrali), grazie al quale si è proceduto ad un sorvolo delle aree con individuazione delle criticità e conseguente intervento del personale a terra per i controlli mirati.

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