Italcementi Salerno, Iannone (FdI): “interrogazione a Di Maio, risposte su stabilimento e cassa integrazione”
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SALERNO. Il Senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, ha dichiarato: “È tempo che il governo grilloleghista inizi a dare risposte: tra coloro che aspettano ci sono i dipendenti della Italcementi di Salerno che vedranno scadere la cassa integrazione il 31 Dicembre 2018. Nel mese di Luglio scorso ho incontrato una delegazione di questi lavoratori desiderosi di tornare ad una pieno utilizzo lavorativo. Mi sono attivato con un’interrogazione parlamentare al Ministro Di Maio (atto del senato 4-00439 pubblicato nella seduta n.28 del 30 Luglio 2018) affinché si accenda il riflettore sullo stabilimento salernitano e si attivi un incontro presso il Ministero. L’Italcementi di Salerno e i suoi dipendenti sono stati dimenticati ed abbandonati al loro destino già dai governi a guida PD. Auspico che coloro che declamano di essere il cambiamento vogliano concretamente dimostrarlo dando risposte a questi lavoratori del nostro territorio. Sottosegretari e Parlamentari della maggioranza grilloleghista non facciano i turisti svedesi a Roma”.
Segue testo dell’interrogazione presentata
Atto n. 4-00439
Pubblicato il 30 luglio 2018, nella seduta n. 28
IANNONE – Al Ministro dello sviluppo economico. –
Premesso che, a quanto risulta all’interrogante:
- lo stabilimento Italcementi di Salerno è coinvolto in un piano di ristrutturazione aziendale che rischia di cancellare questo importante presidio produttivo ed occupazionale;
- l’insediamento fu realizzato utilizzando le opportunità della legge n. 219 del 1981 ed è stato importante il suo contributo per la ricostruzione post terremoto;
- dal 1992 ha svolto interamente il suo ciclo produttivo in sinergia con altre realtà, dando occupazione a 120 unità;
- i vari processi di “razionalizzazione” hanno determinato una riduzione del personale, ad oggi a 49 unità, modificando la sua missione produttiva alla sola macinazione;
- nel corso del 2015 il gruppo Pesenti ha venduto la sua quota del 45 per cento al gruppo tedesco Heidelberg Cement, determinando non poche legittime preoccupazioni circa il futuro dello stabilimento salernitano, escludendolo dal perimetro complessivo industriale del gruppo;
- il piano industriale di Heidelberg per il solo Sud ha previsto la dismissione totale di 5 stabilimenti su 6, creando un vero e proprio allarme occupazionale;
- un accordo sindacale nazionale ha impedito che questo avvenisse definendo un percorso di verifica per tutto il 2016-2017 e successivamente, con decreto interministeriale n. 99553 del 23 giugno 2017, ha prorogato la cassa integrazione straordinaria sino al 31 dicembre 2018. Questo termine, se non modificato, porterà numerose individualità di elevata competenza ad essere tagliate fuori dal mercato del lavoro;
- il gruppo Heidelberg Cement non possiede fabbriche adibite a solo centro di macinazione e dunque lo stabilimento di Salerno rischia di trasformarsi in un centro vendita con al massimo 10 dipendenti;
- il sito di Salerno è l’unico in Italia del gruppo Heidelberg a non essere “fecit novum” e ad avere ancora molte potenzialità da sfruttare,
si chiede di sapere:
- se sia intenzione del Ministro in indirizzo affrontare in maniera risolutiva la questione ed in che modo intenda procedere atteso il poco tempo rimasto rispetto alla scadenza della cassa integrazione straordinaria;
- se ritenga che il sito di Salerno, nonostante sia stato scelto per la dismissione, possa vantare caratteristiche per perfomance ed innovazione che lo rendono all’avanguardia, vista la sua certificazione a bassa emissione di anidride carbonica, l’abilitazione all’utilizzo di combustibili alternativi ed attrezzato anche con un importante impianto fotovoltaico, tanto da considerarlo “industria 4.0” e pertanto meritevole di tutela e di rilancio.
(comunicato stampa)