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Salerno, Partito Comunista: Il fiume Sele, oro bianco e acque nere

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Tempo di Lettura: 3 minuti

Come ogni anno, quando lo stato delle acque del mare della Costa del Sele appare in tutta la sua evidenza, si ha notizia del sequestro di qualche azienda zootecnica.

Ma gli sversamenti di letame degli allevamenti bufalini e dei residui della lavorazione dei caseifici della Piana del Sele nei canali e torrenti non è un’emergenza legata alla stagione estiva, anche se in estate i cittadini possono toccare con mano le conseguenze che queste pratiche criminali provocano sullo stato del nostro mare: il Sele e i canali della bonifica, trasformati in cloache a cielo aperto, riversano i loro liquami rendendo impossibile la frequentazione delle spiagge e la balneazione.

Né potrebbe essere altrimenti, stante l’assoluta mancanza di controlli da parte dei Comuni in cui sono ubicate le aziende zootecniche e casearie e l’assoluta mancanza di pianificazione di interventi volti ad arginare il problema.

Nella provincia di Salerno 93.000 capi bufalini, concentrati soprattutto nei territori di Albanella, Altavilla, Battipaglia, Capaccio ed Eboli si contendono lo spazio della Piana lasciato libero dalle colture, determinando un carico animale troppo elevato per consentire una gestione spontaneistica delle deiezioni dei preziosi animali da parte dei loro allevatori.

PARTITO COMUNISTA ITALIANO FEDERAZIONE DI SALERNO

Accanto a molti imprenditori seri e rigorosi nel rispettare i regolamenti che impongono norme precise per il trattamento del letame e dei liquami, poi, altri riempiono fiumi, torrenti e canali di sterco, distruggendo i corsi d’acqua e il mare e mettendo in serio pericolo anche la salute umana: elevati contenuti di azoto nel suolo possono tradursi in eccessive concentrazioni di nitrati nei vegetali, soprattutto ortaggi, con conseguenti rischi per i consumatori; infatti i nitrati si possono unire alle ammine a livello dello stomaco e formare nitrosammine, riconosciute come sostanze cancerogene.

La quantità di letame prodotto negli allevamenti della Piana del Sele supera il milione di tonnellate all’anno: è impensabile utilizzare questa montagna di letame soltanto per concimare i pochi terreni a foraggio! Queste cifre fanno capire come sia necessario che tutte le Amministrazioni della Piana del Sele intervengano in modo coordinato a livello di bacino, adottando strumenti di pianificazione e di intervento e progettando interventi che possano risolvere il problema, utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione e accedendo alle risorse dei Fondi europei.

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