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Impianto di Compostaggio, Cariello condanna “scaricabarile” della Francese

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Tempo di Lettura: 4 minuti

EBOLI. Il tentativo di scaricare su altri responsabilità inventate, mettendo l’una contro l’altra le comunità di Eboli e Battipaglia, è un episodio di inaudita violenza su cittadini e famiglie. La sindaca Francese, che ieri sera ha indicato nel Comune di Eboli il responsabile per i miasmi provenienti dall’impianto di compostaggio, ha mostrato scorrettezza istituzionale e nessun rispetto per i cittadini. Ci aveva chiesto lo scorso settembre un sopralluogo, le abbiamo risposto il 2 ottobre, dichiarando la nostra disponibilità e chiedendo che il sopralluogo fosse allargato ai tanti impianti di trattamento dei rifiuti che operano sul territorio soprattutto battipagliese, questi si difficili da controllare.

La sindaca Francese non solo non ha tenuto in nessun conto la disponibilità di Eboli, ma ha effettuato una sceneggiata mediatica, con invasione istituzionale e scorrettezza intollerabili. Sarebbe bastata una telefonata, invece la sindaca ha preferito la ribalta mediatica, contattando addirittura i vigili urbani di Eboli, pur di non dialogare a livello istituzionale. Mi preoccupa vedere un sindaco che si muove sulla testa dei suoi concittadini, la maggioranza dei quali, ne sono certo, non condivide questi atteggiamenti da bulla che cancellano il necessario dialogo istituzionale.

Per quanto riguarda l’impianto di compostaggio di Eboli, le certificazioni ARPAC e NOE ci dicono l’esatto contrario di quanto afferma la sindaca di Battipaglia. Sono stato io a sollecitare i tavoli tecnici e l’interessamento della commissione regionale, iniziative che avevano portato alla sottoscrizione di accordi ed alla disponibilità di Eboli verso ulteriori interventi di miglioramento dell’impianto. Chi ha responsabilità di governo dovrebbe evitare di mettere una contro l’altra due comunità vicine, ma assistiamo all’esatto contrario. Il tutto sotto la spinta di qualcuno che sollecita la sindaca a mettere in campo azioni di violenza istituzionale, mentre da Eboli le si sollecita da tempo la condivisione di programmi per le aree industriali, per la fascia costiera e per i servizi.

A questi argomenti, che riguardano la crescita delle comunità, non ci sono risposte, registriamo solo accuse, odio, rancore. Chi è ancora alla ricerca di un consenso ormai perduto, ed in qualche caso mai avuto, consigliamo di fare definitivamente la scelta di trasferirsi in altri territori, ne faremo volentieri a meno, anche perché quotidianamente impegnati solo nel denigrare la città ed i suoi cittadini.

Non è nel nostro stile gettare fango ed alimentare veleni, non abbiamo lanciato accuse in occasione degli incendi recenti in impianti di Battipaglia, che pure avevano invaso di fumo pericoloso il territorio ebolitano, anche se mi chiedo dove fosse la sindaca in quella occasione, perché non abbia realizzato video e note come ieri sera e soprattutto a che punto sono le denunce a chi gestisce impianti in maniera chiara o meno. Ho un totale rispetto per i cittadini di Battipaglia ai quali lancio un appello: non permettiamo che la scorrettezza istituzionale e l’interesse di qualcuno finiscano per mettere contro le due comunità.

La maggior parte di battipagliesi ed ebolitani chiede confronto e dialogo, emarginando chi tenta di assumere o recuperare ruoli attraverso azioni di forza. Da parte nostra non ci saranno mai interventi scorretti di questo tipo, altrimenti lo avremmo fatto già rispetto alle isole ecologiche di Battipaglia.

Questo atteggiamento non ci appartiene, puntiamo ad accordi e dialogo e segnaliamo alla Prefettura quale scorrettezza ci sia in un’azione del genere, che porta solo tensione, ma vista la combriccola di cui si è circondata la sindaca di Battipaglia la cosa non ci meraviglia. Sono gli stessi che da amministratori ebolitani hanno voluto l’impianto nelle condizioni in cui è oggi, ma che all’improvviso cambiano parere, schieramento, territorio e città, con l’unico obiettivo di puntare il dito contro la propria città, nel tentativo di dimenticare le continue sconfitte che i cittadini hanno riservato loro nelle urne da anni.

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