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Associazione a delinquere finalizzata a furti: maxi blitz in un campo Rom di Agropoli

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AGROPOLI. Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Salerno stanno eseguendo un provvedimento cautelare, emesso dal GIP di Salerno su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 25 soggetti indagati per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, utilizzo indebito di carte di credito e riciclaggio degli illeciti proventi nonché di minacce aggravate dal metodo mafioso.

Al centro delle investigazioni le attività criminali di appartenenti ad una comunità ROM che, da numerosi anni, vive ad Agropoli. L’indagine ha documentato come il gruppo fosse dedito all’esecuzione di furti con destrezza ai danni di gioiellerie poste su tutto il territorio nazionale, furti all’interno di autovetture e all’utilizzo indebito delle carte di credito asportate. Le investigazioni hanno accertato anche una serie di gravi minacce nei confronti sia di appartenenti alle Forze dell’Ordine sia di amministratori pubblici della cittadina cilentana.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle ore 10.00 odierne, presso la Procura di Salerno.

I dettagli

Si tratta di un’articolata attività investigativa, su richiesta della D.D.A. della Procura della Repubblica hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal G.i.p. di Salerno, nei confronti di venticinque soggetti appartenenti ad una comunità rom, da molti anni stanziata nella cittadina cilentana.

Sono state eseguite undici ordinanze di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, sette ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari e sette ordinanze di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora, nei confronti degli indagati ritenuti responsabili dei reati di cassociazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio e contro la persona, violenza privata ed estorsione commessi con l’aggravante di aver agito con le modalità tipiche delle associazioni mafiose, ovvero avvalendosi della forza d’intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento che ne deriva.

Le indagini, sviluppate attraverso attività tecnico—intercettive e l’esecuzione di servizi dinamici di osservazione, integrati dall’acquisizione di informazioni testimoniali, hanno permesso di delineare un consistente quadro probatorio in ordine alla sussistenza del vincolo associativo tra gli intranei al gruppo indagato che, da numerosi anni, controllava la cittadina a forte vocazione turistica di Agropoli, autofinanziandosi attraverso l’esecuzione di sistematici furti con destrezza compiuti presso gioiellerie presenti su tutto il territorio nazionale, l’esecuzione di furti all’interno di autovetture ed il riciclaggio dei proventi ottenuti, l’illecita introduzione nei circuiti bancari finalizzata all’accredito fraudolento di somme di denaro.

È stata accertata la commissione di una lunga serie di reati contro la persona, consumati nell’area di Agropoli, a danno sia di privati cittadini che di appartenenti alle Forze dell’Ordine e di amministratori pubblici, che evidenzia la spiccata propensione all’intimidazione nei confronti della popolazione locale e lo spregio nei confronti dell’autorità costituita da parte degli appartenenti al sodalizio, determinando, negli anni, un potere d’intimidazione complessivo che ha fortemente inciso sul tessuto sociale della cittadina di Agropoli.

Difatti, nell’arco temporale osservato, si è accertato che i predetti, forti della notoria appartenenza al gruppo indagato, particolarmente numeroso e coeso, si sono resi responsabili anche di gravi atti minatori ed intimidatori, anche con minacce di morte, ai danni:

del coordinatore unico del cantiere di Agropoli della società operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani della città, al fine di essere assunti nelle vesti di dipendenti stagionali, di essere adibiti a mansioni ‘gradite’ e di non essere sanzionati per le continue assenze ed i costanti inadempimenti commessi nell’esercizio dell’attività lavorativa; di militari in servizio presso la Compagnia Carabinieri di Agropoli, al fine di costringerli ad omettere o alleggerire i controlli del Comando dei Carabinieri di appartenenza eseguiti in direzione delle condotte delittuose riconducibili ai componenti del gruppo indagato; del primo cittadino di Agropoli, con lo scopo di costringerlo a ricevere le loro ‘delegazioni’ senza preavvisi o appuntamenti, ad evitare che taluni appartamenti di recente confiscati fossero adibiti a finalità pubbliche, ad assegnare indebitamente ad appartenenti alla comunità posti di lavoro a tempo indeterminato.

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