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M5s: “Ospedale chiuso, emblema della sanità di De Luca”

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Tempo di Lettura: 2 minuti

Un ospedale sprovvisto di autorizzazione all’esercizio e con un record di dipendenti assenteisti finiti sotto indagine. Con il commissariamento dell’ospedale di Caserta credevamo di aver toccato il fondo, ma lo scandalo del San Rocco di Sessa Aurunca è una vergogna che getta nuova onta sulla gestione della sanità in Campania. Nessun controllo, nessuna attività di monitoraggio sui requisiti minimi che un nosocomio, più di ogni altra struttura pubblica, dovrebbe possedere. Ci chiediamo come sia possibile che chi dirige un ospedale come quello finito al centro dell’ultima bufera giudiziaria possa aver consentito tutto questo. Un ospedale per il quale, tra l’altro, è stata prevista un’opera di potenziamento, con il contestuale smantellamento delle funzioni del nosocomio di Piedimonte. In assenza di autorizzazione, vengono meno anche i requisiti minimi di sicurezza e igiene che andrebbero garantiti a chi è bisognoso di cure. Una situazione drammatica a fronte delle quotidiane criticità dell’offerta sanitaria del Casertano che fa i conti con ataviche disfunzioni di presidi strategici come quelli di Maddaloni, San Felice a Cancello, Santa Maria Capua Vetere e Aversa”.

L’area di Terra di Lavoro paga da tempo gli effetti devastanti del piano di depotenziamento delle strutture ospedaliere avviato da Caldoro e perfezionato in peggio da De Luca. Con quest’ultimo che, con i recenti piani ospedalieri, ha dato vita a un autentico paradosso. Allo smantellamento dei presidi ospedalieri pubblici corrisponde un graduale e sistematico potenziamento di quelli privati accreditati. Nell’area Ovest della provincia di Caserta, ad esempio, a fronte di un processo di espansione di tre strutture convenzionate, sono stati dismessi gli ospedali pubblici di Teano, Roccaromana e Capua, mentre nella zona orientale a Est di Caserta sono stati ridimensionati il presidio di San Felice a Cancello, a vocazione oncologica, e quello di Maddaloni. La Campania è l’unica regione dove il privato cresce, mentre nel pubblico gli ospedali sono addirittura sprovvisti di autorizzazione all’esercizio”.

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