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Eboli: 400 posti in spiaggia libera per l’estate. Ecco dove

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Tempo di Lettura: 1 minuto

Accordo per le spiagge libere di Eboli.

La giunta comunale ha deliberato, nella giornata di ieri di aumentare la metratura delle spiagge private, ma ha anche individuato due aree da destinare agli utenti che vogliono usufruire della spiaggia libera.

Si tratta di due zone particolari, una è stata ricavata nella riserva Sele Tanagro e l’altra nell’area dove lo scorso anno sorse il lido per i disabili. In tutto, si copriranno circa 400 posti.

Le aree ad accesso gratuito saranno dotate di filtri in grado di intercettare possibili criticità e attraverso una applicazione che sarà presto pubblica, dovrà però prenotare la propria presenza.

1 Comments

  1. Campania 2019 67% di spiaggia ai privati – 33% di spiaggia libera –
    Campania 2020 Solo 400 posti per la spiaggia libera, e pure su prenotazione… ridicolo per chi da 40 anni frequenta questi posti.
    Da Legambiente: “Le spiagge libere sono beni comuni preziosi e vanno valorizzate e gestite, non chiuse. Le ordinanze sindacali sulla non gestione delle spiagge libere sono le più stravaganti. Si chiudono alcuni tratti di spiaggia libera senza spiegazioni nel breve o lungo periodo, vengono affidati ai privati per permettere di attrezzare lo stesso numero di ombrelloni dello scorso anno nel rispetto delle distanze, tutto questo con ordinanze ad hoc e senza piani di gestione necessari come viene definito nell’ ordinanza regionale“.

    “Partendo da un dato campano che nel 2019 ha visto complessivamente una stima in cui le concessioni superano il 67% di occupazione delle spiagge campane. – continua in una nota – Ciò significa che solo il 33% del litorale è free.
    Oggi, dopo 2 mesi di lockdown, con una crisi economica e sociale, la chiusura delle spiagge libere, già limitate, è una scelta assurda, una vera resa, una dichiarazione esplicita dell’incapacità del pubblico di gestire il bene comune. Queste ordinanze sono atti che provocano una gravissima disparità di diritti fra la popolazione accentuando il divario sociale tra chi potrà permettersi di pagare per l’accesso al mare e chi no. Riteniamo, invece, che questa situazione possa diventare una straordinaria occasione proprio per ristabilire la naturale connessione fra le amministrazioni locali e i cittadini nella gestione del bene comune. È questo il momento perché i Comuni per garantire a tutti il vero diritto alla salute che significa anche fruizione libera della natura e della socialità valorizzino tutti i luoghi »negati« del proprio territorio troppo spesso dimenticati e abbandonati a una fruizione anarchica o aperti solo per pulizie estemporanee“.

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