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Focolai in Irpinia, riaperta la palazzina Covid al Moscati

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I nove nuovi contagi da Covid-19 in provincia di Avellino accertati nelle ultime 48 ore non fanno dormire sogni tranquilli. I possibili focolai sarebbero stati originati probabilmente da persone che rientravano da paesi esteri.
Sei persone residenti a Santa Lucia di Serino (Avellino), tra cui un uomo di 69 anni di nazionalità venezuelana ma da dieci anni residente in Irpinia, ricoverato sabato scorso in condizioni critiche anche per patologie pregresse di cui soffre, sono risultate positive ai tamponi al “Moscati” di Avellino; 1 contagiato a San Michele di Serino; 2 a Rotondi, appartenenti allo stesso nucleo familiare, mentre per altre 2 persone di Serino si attende l’esito del secondo test dopo che erano risultate negative al primo.

A Moschiano, dove una 32enne di nazionalità romena era risultata positiva venerdì scorso al tampone dopo essersi recata in ospedale per partorire, 40 persone che abitano nella palazzina in cui risiede la donna, sono state sottoposte ad isolamento e sottoposte a tampone. L’azienda ospedaliera “Moscati” di Avellino, temendo la possibilità di dover fronteggiare eventuali focolai, ha riaperto la palazzina Covid, allestita durante il periodo di emergenza per garantire l’isolamento dei pazienti dagli altri reparti ospedalieri.


La donna romena, le cui condizioni insieme a quelle del bambino sono ritenute buone dai sanitari dell’azienda universitaria “Federico II” di Napoli dove è ricoverata, era recentemente tornata in Italia da un viaggio in patria a bordo di un pulmino insieme ad altri connazionali. Anche l’eventuale cluster di San Michele di Serino, sarebbe stato originato da persone, forse asintomatiche, tornate recentemente in Italia dall’estero.

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