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Punti nascite chiusi a Polla e Sapri, Nursind: “De Luca rispetti i cittadini”

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Tempo di Lettura: 9 minuti

POLLA-SAPRI. Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa inviata alla nostra emittente dal segretario territoriale del Nursind, Biagio Tomasco:

“La scrivente Organizzazione Sindacale a seguito dell’emanazione del DCA n. 87 del 05.11.2018 recante nuove disposizioni sul Piano Regionale di programmazione della rete ospedaliera ai sensi del D.M.70/2015 – Aggiornamento del 5 novembre 2018, ha avuto modo di ascoltare e valutare innumerevoli commenti che non l’hanno lasciata indifferente, ma di certo non è mai rimasta così basita rispetto alle Sue dichiarazioni in ordine alla chiusura dei punti nascita di Polla e di Sapri.

Più precisamente ci si riferisce alle Sue dichiarazioni, riportate da organi di stampa, secondo cui:

• “La Regione ha difeso fino in fondo i nostri ospedali che erano stati allegramente chiusi dalla precedente programmazione”;

• “Il 21 maggio di quest’anno abbiamo inviato al Governo la nostra programmazione rispetto al piano ospedaliero con richiesta di deroga anche per gli ospedali di Sapri e Polla. La risposta che ci è arrivata dal Governo grillino-leghista è stata negativa”;

• “Il problema dei punti nascita è delicato. Ho rimandato la richiesta di deroga e avremo nelle prossime settimane un confronto con i vertici sanitari. I loro pareri sono vincolanti”;

• “Se i punti nascita non garantiscono livelli adeguati muoiono bambini e mamme. Se facciamo un parto a settimana non garantiamo sicurezza. Inutile fare i comitati. Si riapre se vi sono le condizioni di sicurezza”.

Con tutto il rispetto per la Sua persona, pensiamo che Lei creda che i cittadini del Cilento e del Vallo di Diano abbiano l’anello al naso, nel momento in cui Ella vada a scaricare unicamente sull’attuale governo Centrale quanto stabilito nel Piano di Riordino Ospedaliero della Regione Campania.

E andiamo a spiegare il perché:

1. Innanzi tutto l’attuale organizzazione ospedaliera della Regione Campania deriva dall’attuazione delle norme contenute nell’art.1, comma 180 della legge 30.12.2004 n. 31l, la quale impone alla Regione Campania, ai sensi della Deliberazione 460/2007 al punto e) le misure che si debbano raggiungere e a cui la stessa si è impegnata ad attuare in tema di ristrutturazione, qualificazione della rete ospedaliera e riduzione dei ricoveri inappropriati;

2. Da tanto scaturì il tanto famigerato, per certi versi, Decreto 49, sotto l’allora Governo regionale di Centro Destra che a pagina 11 metteva in deroga i punti nascita di Sapri e di Vallo della Lucania, nulla disponendo per quello di Polla (In considerazione delle peculiarità del territorio e quindi dei tempi necessari per raggiungere i punti nascita si è eccezionalmente derogato da tale criterio nel caso del presidio ospedaliero di Piedimonte Matese, del presidio ospedaliero San Rocco di Sessa Aurunca, del presidio ospedaliero dell’Immacolata di Sapri, e del Presidio ospedaliero di Vallo Della Lucania), mentre a pagina 139 testualmente si enunci che “Pur registrandosi un numero di parti inferiore a 500, i punti nascita dei presidi ospedalieri San Luca di Vallo della Lucania (406 parti nel 2008 – 432 nel 2009) e Immacolata di Sapri (391 nel 2008 – 302 nel 2009) vengono mantenuti in esercizio in quanto collocati in una zona con caratteristiche geomorfologiche tali da non garantire accessi rapidi ai restanti punti nascita presenti nel territorio provinciale”;

3. Successivamente con il Suo avvento al Governo della Regione Campania fu emanato il DCA n. 33 del 17.05.2016 a firma dell’allora Commissario Joseph Polimeni, recante disposizioni sul Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera ai sensi del DM 70/2015;

4. Lo stesso, in ordine ai punti nascita dei nosocomi Cilentani, a pagina 48 dispone che “nella provincia di Salerno è prevista la deroga per il mantenimento dei punti parto di Sapri (310 parti nel 2015) e Vallo della Lucania (306 parti nel 2015), per le difficoltà oggettive di collegamento che offrono tempi di percorrenza molto lunghi”, ancora nulla si dispone per l’ospedale di Polla;

5. Si arriva quindi, passando per il DCA istituente il DEA di I livello di Eboli – Battipaglia – Roccadaspide, al DCA n. 87 del 05.11.2018 recante disposizioni per il Piano Regionale di programmazione della rete ospedaliera ai sensi del D.M. 70/2015 – Aggiornamento del 5 novembre 2018. Nello stesso, a pagina 74, si chiarisce che Sono stati previsti 7 punti nascita in deroga per i quali è stata avviata presso il Ministero della Salute la procedura prevista dal D.M. 11.11.2015 con l’invio della documentazione richiesta a corredo dell’istanza di deroga. Tra questi punti nascita in deroga troviamo che nella provincia di Salerno è stata richiesta la deroga per il mantenimento dei punti parto di Sapri (296 parti nel 2016), Vallo della Lucania (263 parti nel 2016) e Polla (345 parti nel 2016), per le difficoltà oggettive di collegamento che offrono tempi di percorrenza molto lunghi. A seguito del parere espresso dal Comitato Percorso Nascita nazionale si è avuta la deroga per il solo punto nascita di Vallo della Lucania, con la conseguente soccombenza di quelli di Polla e Sapri.

Fatta questa lunga disamina dei vari DCA che si sono susseguiti nel corso degli anni, sorge spontanea una domanda, ovvero cosa sia stato fatto dalla politica regionale, provinciale e locale affinché non si arrivasse ad una conclusione per certi versi scontata quale quella della chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti/anno?
Eppure le avvisagli c’erano e ci sono state in abbondanza per come sopra riportato, ma nessuno ha mosso un dito sempre nella speranza della deroga riparatrice.

I cittadini del Cilento e del Vallo di Diano non hanno bisogno di alcuna deroga, perché il loro diritto a cure sostenibili è sancito dalla Costituzione Italiana e non certo dai calcoli di qualche ragioniere statale e/o regionale.

Ci vuole dire, di grazia, cosa ha posto in essere la Sua amministrazione per far sì che tanto non accadesse? Crede davvero che ci si possa accontentare di un’ulteriore deroga che altro non farebbe che dilatare la naturale scadenza di quanto previsto dalle norme nazionali, il tutto in un marasma di disorganizzazione e di scostamento dalla realtà che attanaglia i territori del Cilento e del Vallo di Diano?

Come mai non troviamo nel Suo documento alcun riferimento alle urgenze ostetriche che dovrebbero affrontare tanto il nascituro quanto la madre?

Quali sono le strutture intermedie che potrebbero garantire in caso d’urgenza la giusta e dovuta assistenza al nascituro ed alla madre?

Come faranno i cittadini ricadenti nei comuni di Sapri e di Polla ad arrivare al punto nascita più vicino, ovvero quello di Vallo della Lucania distante un’ora e mezza da Polla ed un’ora da Sapri?

Non ci dica con il 118, servizio mai attenzionato come si deve dalla Sua, quanto da quelle che l’hanno preceduta, amministrazione, e che vive di continue criticità legate alla mancanza di professionisti preparati sulle ambulanze.
Quali sono le eventuali strutture private esistenti sul territorio che potrebbero vicariare il pubblico in caso di urgenza, e come mai le stesse non sono state fatte oggetto dell’accorpamento dei punti nascita? Si vuole forse affermare che nascere in un ospedale pubblico sia meno adatto che nascere in una struttura privata? Speriamo proprio di no vista la quasi totale assenza di strutture private in cui insistano una pediatria ed una rianimazione.

Ma soprattutto, egregio Governatore, ci vuole spiegare come mai nel caso delle rianimazioni abbia provveduto a prevederle in deroga anche nei presidi sede unicamente di Pronto Soccorso, pagina 51 del DCA 87 del 05/11/2018, giustamente asseriamo, e non abbia fatto altrettanto con i punti nascita, affidandosi unicamente al Parere del Comitato Percorso Nascita nazionale?

Se tanto ha fatto è perché lo poteva fare in virtù di quanto disposto dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 2470/2013, secondo cui “nell’esercizio dei propri poteri, il Commissario ad acta agisce quale “organo decentrato dello Stato ai sensi dell’art. 120 della Costituzione, che di lui si avvale nell’espletamento di funzioni d’emergenza stabilite dalla legge, in sostituzione delle normali competenze regionali”, emanando provvedimenti qualificabili come “ordinanze emergenziali statali in deroga”, ossia “misure straordinarie che il commissario, nella sua competenza d’organo statale, è tenuto ad assumere in esecuzione del piano di rientro, così come egli può emanare gli ulteriori provvedimenti normativi, amministrativi, organizzativi e gestionali necessari alla completa attuazione del piano di rientro”.

Ebbene da tanto discende che Ella sia il braccio armato del Governo nazionale, Governo che non ha esitato ad attaccare pur facendone intimamente parte per come sopra ben evidenziato. Ci dia delle risposte, non ci bastano più i proclami. Vogliamo un’assistenza sanitaria che non venga più definita la maglia nera d’Italia e d’Europa. Vogliamo tornare a vivere come cittadini normali e non come dei diseredati”.

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