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Turbativa d’asta, il nome di Biagio Izzo nelle carte d’inchiesta

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Tempo di Lettura: 3 minuti

NAPOLI. Anche il nome di Biagio Izzo, il famoso attore napoletani, nell’inchiesta su una presunta turbativa d’asta. Le Fiamme gialle al momento stanno conducendo un’attività investigativa su presunti illeciti e favoritismi nelle procedure di riscossione dei tributi e nelle fasi successive di esecuzione forzata e giudizio in commissione tributaria.

Il giudice aveva in precedenza rigettato la richiesta di domiciliari avanzate dal Pm nei confronti dell’attore ed altri indagati, ma la Procura ha impugnato la decisione e, dunque, ora ci si confronterà al Riesame.

Izzo nel frattempo si dissocia dalla vicenda, dichiarando che: “questa vicenda non mi riguarda, non ho parlato né chiesto favori a nessuno. Purtroppo conosco tante persone e c’è chi tenta di accreditarsi in questo modo. Si risolverà tutto in una bolla di sapone”.

Il fatto, secondo quanto riportato, vede l’attore intenzionato a riottenere il possesso di una macchina e di una moto pignorati in seguito ad un contenzioso con Equitalia. Qui entrano in scena gli altri due indagati, ossia il titolate di un’azienda di disbrigo pratiche ed un dipendente di Equitalia all’epoca dei fatti. I due, secondo le accuse, avrebbero fatto in modo che i beni fossero acquistati all’asta per poi tornare all’attore partenopeo.

A confermare, secondo quanto emerso, questa ipotesi, una telefonata intercettata tra i due nella quale si aggiunge anche una terza persona: “stiamo seguendo questa cosa, ti ha detto il nome del contribuente? È un attore famoso”.

Secondo gli inquirenti si tratta di turbativa d’asta, ma non secondo il giudice, che non ha accolto la richiesta di custodia cautelare.

Nel frattempo il legale di Izzo ha parlato: “è totalmente estraneo a qualsiasi ipotesi di reato. L’attore infatti non compare in alcuna conversazione ed è coinvolto nell’inchiesta solo indirettamente a causa di soggetti che cercano di entrare nelle sue grazie. Il gip ha già fatto chiarezza escludendo in radice la possibilità che possa configurarsi in punto di fatto e diritto un’ipotesi di turbativa d’asta. L’appello del pm, che non è neanche quello territorialmente competente, mi sorprende trattandosi peraltro di fatti di circa 3 anni fa”.

 

(fonte VesuvioLive)

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