Battipaglia: il Comitato “Battipaglia dice NO” va giù duro contro Velardi ed il Comune
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Battipaglia. Il comitato “Battipaglia dice NO” in una dura nota per esprime il proprio dissenso e quindi la mancata partecipazione all’incontro del prossimo venerdì 23 marzo nell’aula consiliare battipagliese, con il giornalista Claudio Velardi. Nella nota il comitat va giù duro anche nei confronti del Comune
Questa, in forma integrale, la comunicazione emessa dal Comitato ‘Battipaglia dice No”.
“Il Comitato di Lotta “Battipaglia dice NO”, contro l’impianto di compostaggio previsto dal piano regionale dei rifiuti nella nostra città, ha con stupore letto il comunicato che i sindaci di Battipaglia hanno voluto dedicare all’incontro con il “signor” Velardi.
Sorpresi perché si dice che si è voluto l’incontro a causa del “fango che si stava gettando su chi non la pensa come noi” e che, sulla sua pagina, Velardi veniva “ricoperto di improperi”.
Basta guardare la pagina del Velardi per rendersi conto che nessun insulto, nessun fango, nessun improperio è stato indirizzato a questo “signore”.
Siamo al capovolgimento dei fatti. Prima si nasconde – nei comunicati del Comune – la vera portata delle accuse e degli insulti di Velardi in TV (che non disse che eravamo “inconsapevoli complici dei camorristi” ma disse esplicitamente che alla manifestazione del 23 “hanno partecipato preti, cittadini e camorristi”), poi si cerca di dipingere i battipagliesi come incivili e offensivi. Insomma, i colpevoli adesso saremmo noi!
Cerchiamo allora di spiegare i motivi della nostra assenza. Che non nasce certo dalla paura del confronto (“chi non se la sente…”). Non abbiamo paura dei due alleati della Regione nelle sue scelte scellerate: né di chi ci ha chiamato camorristi né di chi da agosto 2016 lavora perché l’impianto si faccia: non presentando osservazioni al piano, non notificando i ricorsi nei tempi, sottoscrivendo accordi fasulli in ancor più fasulli tavoli tecnici, non emettendo un solo atto fra i mille che si potrebbero fare e che venerdì fingerà di poter “convincere” Velardi con la solita, stantia pappardella che “il ciclo dei rifiuti va chiuso: comincia a tavola e finisce in un impianto di compostaggio”. Fate partecipare, a questa passerella, quei sedicenti “altri comitati di lotta” che nessuno ha mai visto e che da otto mesi cercate di mettere in piedi allo scopo di presentare sulla scena un sedicente “altro” comitato che – assieme all’ufficio legale del Comune – sostenga l’amministrazione nel suo doppio gioco con Bonavitacola e la Regione.
Sono due i motivi che ci inducono a dire di NO a questo incontro: vediamoli.
Il primo: Velardi ci ha insultato (LUI HA INSULTATO NOI, non il contrario, forse ai sindaci questo non è chiaro) in TV, in un programma televisivo. Davanti a uno o due milioni di spettatori, dinnanzi a tutt’Italia. Ha detto che alla manifestazione c’erano i camorristi: PRIMA DI QUALSIASI CONFRONTO CHIEDA SCUSA. Prima ritira le offese e poi discutiamo. Troppo comodo insultarci in pubblico e venire poi a discutere in privato. Se poi ha notizia di presenze camorristiche nella manifestazione vada alla Procura della Repubblica.
Noi abbiamo visto donne, uomini e bambini. Giovani e meno giovani che lottavano per la vita, la loro vita e la loro terra.
Il secondo motivo è più personale. Attiene a chi è Velardi e a quanto sia possibile “convincerlo che si sbaglia”. Non vogliamo qui fare una “biografia non autorizzata” del Velardi. Cercatela in rete e ne leggerete delle belle. Quello che più ci interessa, più che il suo passato, è il suo presente. Velardi è un lobbista e la sua Fondazione Ottimisti e Razionali così come la sua “Reti” sono organismi che professionalmente fanno lobby. Velardi, cioè, per mestiere riceve denaro da imprese per indurre alcuni politici a votare così come aggrada a quelle aziende. Velardi (con quelli che sui giornali chiamano “i suoi ragazzi”) sono una delle organizzazioni più potenti di lobbisti che esista in Italia. Organizzano e gestiscono anche costosi corsi per lobbisti (anche al Suor Orsola Benincasa), master in cui s’insegna come “convincere” un politico a votare come vuole il tuo cliente.
Credete che quando va a “Piazza Pulita” a dire che i pozzi dell’ENI in Basilicata inquinano meno dei sanpietrini di Roma, lo faccia perché lo pensa? Perchè lo hanno “convinto”? No. Lo fa perché ha un contratto di “responsabile della comunicazione” con l’ENI (si favoleggia di 300.000 euro l’anno).
Credete che si sia schierato contro il referendum sulle trivelle perché è convinto? O perché l’industria petrolifera lo ha messo sotto contratto?
Guardate la sua Fondazione. (15.000 euro l’anno per farne parte…). Guardate chi c’è. Alessandro Beulcke, creatore del Forum sulla Sindrome NIMBY. Quelli che tengono “sotto osservazione” tutti i luoghi d’Italia dove i cittadini resistono a scelte scellerate del potere e delle grandi multinazionali. Un vero e proprio strumento “Anticomitati”… dovunque essi siano, contro qualsiasi cosa essi lottino sono – secondo loro – vittime della sindrome NIMBY. Al servizio della lobby delle grandi opere e dei loro committenti.
Vi ricordate chi il giorno dopo la nostra manifestazione ci attaccò sul Mattino? Chicco Testa. Che è – guarda caso – un altro dei soci fondatori, assieme a Velardi e Beulcke, della stessa Fondazione. Ma vi sembra davvero un caso che Battipaglia e la sua manifestazione stiano sullo stomaco a persone della stessa organizzazione?
Insomma, cari sindaci, Velardi è un juke-box: ci mettete i soldini dentro e lui suona la musica che gli dice il cliente. A Napoli direbbero che uno che “parla a quant’ s’abbusca”. Cioè ha l’opinione di chi lo paga. Volete davvero convincerlo delle nostre ragioni? C’è un sistema infallibile. Ma purtroppo è l’unico sistema: pagatelo. Aprite una sottoscrizione e pagatelo. Affittatelo, compratelo, noleggiatelo, fategli un contratto. E’ il suo mestiere. E il danaro è il suo idolo: l’unico che conosce. Parlargli è tempo perso”.