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Ravello: Domani la presentazione del libro di Carmine Pinto «La Guerra per il Mezzogiorno»

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Tempo di Lettura: 3 minuti

Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di bande criminali? Ruoterà intorno a questo e altri interrogativi l’evento culturale in programma domani a Ravello (venerdì 6 settembre, ore 18.30, Giardini del Monsignore) nel corso del quale verrà focalizzata l’attenzione su brigantaggio, unità d’Italia e tramonto del Regno delle due Sicilie.

Temi ancora di forte attualità che saranno affrontati nel corso della presentazione del libro di Carmine Pinto, «La Guerra per il Mezzogiorno – Italiani, borbonici e briganti 1860 – 1870» a cui parteciperanno Antonio Bassolino, presidente della Fondazione Sudd e il professor Giuseppe Cacciatore, Presidente della Società Salernitana di Storia Patria.

All’incontro con il pubblico, moderato dal giornalista Angelo Ciaravolo e organizzato dal Comune di Ravello in collaborazione con l’associazione Ravello Nostra, interverranno il sindaco Salvatore Di Martino e l’avvocato Paolo Imperato presidente del sodalizio culturale della Città della Musica.

La guerra per il Mezzogiorno concluse la crisi del Regno delle Due Sicilie, determinò il successo dell’unificazione italiana e marcò la complicata partecipazione del Mezzogiorno alla nazione risorgimentale.

Iniziò nel settembre del 1860, dopo il successo della rivoluzione unitaria e garibaldina, e si protrasse per un decennio, mobilitando re e generali, politici e vescovi, soldati e briganti, intellettuali e artisti.

Non fu uno scontro locale, perché coinvolse attori politici e militari di tutta la penisola e d’Europa, ma non fu neppure una guerra tradizionale: i briganti, le truppe regolari italiane, i volontari meridionali si sfidarono nelle valli e nelle montagne in una guerriglia sanguinosa, del tutto priva dei fasti risorgimentali.

Si mescolarono la competizione politico-ideologica tra il movimento nazionale italiano e l’autonomismo borbonico; l’antico conflitto civile tra liberalismo costituzionale e assolutismo; la lotta intestina tra gruppi di potere, fazioni locali, interessi sociali che avevano frammentato le città e le campagne meridionali.

Questo libro, per la novità di materiali e documenti usati e per la vastità delle ricerche compiute, offre una prospettiva sulla guerra di brigantaggio che innova interpretazioni fino a oggi date per acquisite.

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