Morto in carcere a 36 anni, indagati per omicidio colposo due medici
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SALERNO. Morto in carcere a 36 anni, rinviati a giudizio due medici per la scomparsa di Alessandro Landi, salernitano, che l’anno scorso spirò in un bagno della casa circondariale di Fuorni nella notte tra Natale e Santo Stefano.
I due camici bianchi dovranno rispondere di omicidio colposo: secondo l’accusa avrebbero sottovalutato i sintomi della patologia della quale soffriva l’uomo e non avrebbero disposto gli accertamenti che avrebbero potuto salvargli la vita. A quanto pare, infatti, i medici hanno confuso un malore cardiaco con un colpo di freddo.
Landi, il 23 dicembre scorso, chiese di accompagnato in infermeria per un forte dolore al petto. Alla richiesta il medico di turno rispose negativamente, non sottoponendolo ad esami di approfondimento. Per gli inquirenti il sanitario avrebbe omesso «a fronte di un dolore toracico atipico» di prescrivere un ricovero in ospedale che avrebbe permesso un monitoraggio costante ed un eventuale soccorso del paziente.
L’episodio si è ripetuto il giorno successivo, con un altro medico che pure avrebbe sottovalutato i sintomi: Alessandro Landi tornò in cella e poche ore dopo morì per una dissezione aortica. Le indagini, dunque, proseguono.