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Natale da Fabula, Siani incontra i 500 studenti partecipanti ad Eboli

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Tempo di Lettura: 5 minuti

EBOLI. Eboli 19 dicembre 2019 Guardare al mondo attraverso le favole, perché è questo il modo più bello. Il principio che muove il Premio Fabula da dieci anni coglie nuovamente nel segno grazie ad Alessandro Siani.

«Fabula, favola, bambini, Volpe. Sono tutti gli ingredienti per la ricetta della felicità. Oggi mi sono fatto un piatto raffinato e che desideravo». Sono le prime parole del protagonista di “Natale da Fabula”, l’happening di dicembre con il quale si conclude l’edizione da sogno del Premio Fabula, il Festival della scrittura dei ragazzi ideato da Andrea Volpe. Questa mattia, dal palco del Cinema Teatro Italia di Eboli, dopo essersi lasciato travolgere dal tifo, gli abbracci e le strette di mano della platea, l’ospite è un fiume in piena.

Ad accoglierlo una schiera festosa di oltre 500 ragazzi dagli 8 ai 20 anni. Tra di loro c’erano i creativi di Fabula e gli studenti degli Istituti Comprensivi Pietro da Eboli, Matteo Ripa, insieme con gli Istituti Superiori Mattei Fortunato di Eboli e Enzo Ferrari di Battipaglia.

Alle 10.30 la sala si è spenta per proiettare sul grande schermo “Il giorno più bello del mondo”, la fiaba gentile in cui il mattatore della comicità partenopea, dirige, scrive e interpreta una commedia sì cucita su di sé, ma decisamente più riflessiva e malinconica nella quale l’elemento fantasy gioca un ruolo primario e fondamentale. A seguire l’incontro: un tam tam di domande e risposte serratissimo nel quale, tra una battuta ed una riflessione, una gag e tanta emozione da parte dei giovani intervistatori Siani si è raccontato senza freno e senza filtri.

«Questo è un film che ricorda il rapporto di un padre con il figlio, la famiglia, il sentimento, lo stare insieme. – ha raccontato Siani – Il giorno più bello del mondo è questo: cercare di essere felici. A me è capitato due volte nella vita. Quando ho visto negli occhi dei miei genitori la soddisfazione di un figlio che ce l’aveva fatta, e la seconda quando ero ragazzo. Ero sul motorino, dietro di me avevo la fidanzatina dell’epoca, giravamo per Napoli, la mia fonte di ispirazione perenne, sole in faccia, le sue braccia che mi cingevano la vita. Quando per un attimo avverti di non desiderare null’altro…quello è il giorno più bello del mondo».

I ragazzi non si sono accontentati e hanno proseguito nell’ “interrogatorio” chiedendo al loro beniamino dei suoi esordi, del concetto di talento, il valore della favola, il suo lavoro e i suoi progetti futuri.

«Io non lavoro, la mia è una passione a tempo indeterminato – ha detto Siani ai fabulosi e agli studenti – quanto agli esordi devo ringraziare la scuola. Alle elementari riscrissi la favola di Cappuccetto Rosso e piacque talmente tanto che giravo per la scuola per leggerla ai compagni: quello è stato il mio primo tour di cabaret. Più grande, un professore di religione mi chiese di scrivere uno spettacolo teatrale e lì ebbi la conferma di quella che sarebbe stata la mia strada. Il prof, se fa bene il suo mestiere, è un genitore abusivo, ma pur sempre un genitore. Il talento? Sono sicuro che qualcuno qui in platea lo custodisce. Secondo me non si coltiva, ma entra senza bussare».

Poi i saluti. Come accadde due anni fa a Bellizzi, anche questa volta l’artista non si è risparmiato concedendo autografi e selfie a iosa.

«Desideravo essere qui. Voi come la coppia di bambini protagonisti del mio film avete una grande forza: siete veri in una società in cui dobbiamo fingere per essere». Dal palco l’artista ha anche annunciato le novità sui suoi prossimi impegni professionali. «Abbiamo prolungato le date della mia tournee teatrale. Fino al 26 gennaio sarò a Napoli con il mio monologo e poi girerò tutta l’Italia. Quanto al cinema, a Natale 2020 tornerò al cinema con De Sica».

L’ultima stretta di mano è con Andrea Volpe. «Alessandro è il creativo più creativo che abbia mai conosciuto – ha detto il direttore di Fabula – un uomo generoso e con un grande talento. Un doveroso ringraziamento al Sindaco di Eboli, Massimo Cariello, che ci ha ospitato e fatto sentire come a casa. Ora è tempo di pensare a Fabula 11. Quell’uno che si somma al dieci vorrà dire come ricominciare, tornare all’anno “primo”: il tempo giusto per cambiare. Aspettiamo creativi da tutta Italia».

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