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Anomalie nell’appalto per la pubblica illuminazione: nell’indagine c’è anche Alfieri

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Tempo di Lettura: 2 minuti

Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia, è coinvolto in un’indagine per corruzione, turbativa della libertà degli incanti e turbativa della libertà del procedimento di scelta del contraente. L’inchiesta è scaturita da irregolarità negli appalti per la pubblica illuminazione nei Comuni di Capaccio Paestum e Battipaglia.

Tra gli indagati vi sono Alfonso D’Auria, rappresentante speciale per Dervit, l’imprenditore Vittorio De Rosa, titolare di Dervit (l’azienda vincitrice degli appalti sotto esame), Elvira Alfieri, sorella del sindaco e titolare di Alfieri Impianti Srl, Andrea Campanile, membro dello staff di Alfieri, e Carmine Greco, responsabile unico del procedimento.

L’attenzione degli inquirenti si concentra su un sospetto sub-appalto tra Dervit e Alfieri Impianti di Torchiara. Alfieri Impianti, secondo le indagini, sarebbe legata a Franco Alfieri, con quote societarie detenute dalla sua figlia, dalla sorella Elvira e dal fratello Domenico. I finanzieri hanno sequestrato dispositivi elettronici nelle sedi di lavoro di Alfieri.

Le due gare d’appalto in questione presentano molte similitudini, con indizi che suggeriscono un possibile accordo corruttivo tra Alfieri e De Rosa. In entrambi i casi, Dervit ha vinto l’appalto e poi ha affidato in sub-appalto parte dei lavori ad Alfieri Impianti, legata alla famiglia del sindaco. Dopo la formazione di questi rapporti commerciali, Dervit ha ottenuto un contratto da 2,2 milioni di euro in una gara che, come riferito dagli inquirenti, era “connotata da una serie di rilevanti anomalie”.

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