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Pagani: Primavera Teatro. Si parla di bullismo alle nuove generazioni con “Ti aspetto fuori”

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Tempo di Lettura: 4 minuti

Primavera Teatro. Si parla di bullismo e cyber bullismo alle nuove generazioni con “Ti aspetto fuori”

Si parla di bullismo a “Primavera Teatro”, di come affrontare il problema e di come cambiare punto di vista su di esso, per rompere la catena della violenza e della sopraffazione.

La rassegna per ragazzi e bambini, seguendo la sua vocazione di bottega di formazione dedicata ai più giovani, dedica una due giorni di spettacoli alla questione con “Ti aspetto Fuori”, produzione originale di Casa Babylon Teatro, in programma al Teatro Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Pagani (SA)  mercoledì 20 e giovedì 21 febbraio 2019 a partire dalle 9.30.

Si tratta del quarto appuntamento della rassegna promossa da Casa Babylon con il patrocinio di Regione Campania, Comune di Pagani, Bimed, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana.

Lo spettacolo, con la regia di Nicolantonio Napoli e assistente alla regia Domenico Ingenito, si  articola attorno alle tematiche del bullismo e del cyberbullismo ed è interpretato senza trucchi scenotecnici, con una lingua e un modo gestuale aspro e “vero”, senza concessioni alla dizione e alle buone convenzioni teatrali, rendendo testimonianza di un dramma che riguarda tutti, i nostri ragazzi, la famiglia, la scuola. Una testimonianza che si rivolge soprattutto ai ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 18 anni, ai quali parla con un linguaggio identico al loro, per poter arrivare in maniera veloce e diretta al nocciolo della questione.  Il titolo già ci avvisa “Ti aspetto fuori” è la classica minaccia del bullo, che preannuncia il ricorso alla prevaricazione fuori dalle regole che governano la scuola.

La storia che si dipana sul palco, racconta un giorno di scuola, di una classe di giovani e scatenati ragazzi, la più ‘disperata’ di un malandato istituto di periferia, la più dimenticata della città. I ragazzi sono ingovernabili, teppisti, distruttivi, annoiati. I docenti danno il loro peggio sia dal punto di vista lavorativo che personale.

La classe (interpretata dai giovanissimi attori Chiara Cordone, Filomena Cercola, Maria Camilla Falcone, Martina Fraia, Ylenia Maione, Rosario Pecoraio, Christian Rosa, Vincenzo Sabatino, Alfonsina Squillante, affiancati da Antonetta Capriglione nel ruolo di docente) è schiacciata da una catena di arroganze, sopraffazioni, di minacce, estorsioni di contanti, accompagnate da violenza gratuita, da umiliazioni pubblicate in rete. Il tutto sotto gli occhi dell’ennesimo professore/nemico, indifeso e inadeguato, e nell’ aspettativa prima bellicosa e antagonistica, poi via via più ansiosa e, quasi attesa del successivo in una girandola di professori sostituti che quei ragazzi ‘molto vivaci’ hanno distrutto o sconfitto.

Da qui, e per oltre un’ora, il palcoscenico diventa proiezione della realtà, di quella crisi che arriva in fase adolescenziale, quando, nel diventare grandi, le regole vanno sempre più strette e la scuola è un peso, e studiare o non studiare in fondo è lo stesso.

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