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Maxi blitz al porto di Salerno, 69 persone nei guai: i dettagli dell’operazione “Tortuga”

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Tempo di Lettura: 3 minuti

SALERNO. Sin dalle prime ore della mattina, oltre 250 militari della Guardia di Finanza di Salerno, coadiuvati da 17 funzionari doganali, su disposizione della locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo, nelle province di Salerno, Avellino, Caserta e Napoli, un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di 69 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di plurimi reati commessi nell’area portuale salernitana.

Il provvedimento – come riporta il lancio stampa del comando provinciale di Salerno della Guardia di Finanza – riguarda funzionari doganali, personale sanitario, spedizionieri, dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.

Tutto è nato da una segnalazione dell’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, relativa ad un sospetto contrabbando di tabacco per narghilè in transito per il porto di Salerno, apparentemente destinato in Marocco.

Il provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Salerno ha raggiunto 17 funzionari doganali, 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri doganali, 10 dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, 2 avvocati, 1 dipendente amministrativo presso la Procura della Repubblica di Salerno, 1 militare della Guardia di Finanza, 10 soggetti privati. Sono indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.

Sotto i riflettori delle indagini l’attività dell’Agenzia Doganale del porto di Salerno, vero e proprio epicentro delle attività illecite culminate nella maxi retata che ha visto impiegati nelle varie province 250 militari.

“Ciò che colpisce è l’estensione del fenomeno illecito – ha spiegato il procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli – un sistema di collusione diffuso, che rappresentava una prassi comportamentale a livello territoriale. Ancora, colpisce il senso di impunità da parte degli indagati: due soggetti al vertice dell’ufficio doganale continuavano nella loro condotta nonostante fossero a conoscenza delle indagini in corso nei loro confronti. Ad un funzionario della nostra procura è stato chiesto di fornire notizie sull’indagine tramite l’accesso al sistema informatico, un’azione davvero temeraria”.

E’ emerso infatti, da intercettazioni telefoniche e ambientali, come gli individui in questione si riunissero negli uffici doganali ogniqualvolta la magistratura inviava dei segnali attraverso deleghe di indagini e richiesta di atti. Nessuna preoccupazione per essere finiti sotto la lente d’ingrandimento. Anzi, la determinazione nel proseguire credendo di farla franca.

Le indagini hanno portato alla luce anche 58 episodi di sottrazione dai container di varie tipologie di merci grazie alla connivenza tra le figure apicali dell’ufficio dogane e i dipendenti in servizio al porto.

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